Classico a chi?

di Roberto Messa

(editoriale TCS settembre-ottobre 2025)

TCS-0925Gli scacchi classici sono morti? Se lo chiede provocatoriamente il maestro Roberto Albanesi in un articolo che pubblichiamo a pagina … in cui si indaga anche sull’inadeguatezza della formula che determina le variazioni del punteggio Elo, dato che ormai in tutti i tornei a tempo lungo si deve giocare la fase conclusiva a cadenza rapida, quando vengono concessi 30 secondi di incremento, o blitz quando si dispone di soli 10 secondi per mossa, come avviene in un numero crescente di tornei. Ciò significa che già oggi si gioca a scacchi classici solo all’incirca fino alla 40ª mossa, il che rende i risultati nella fase finale meno correlati al punteggio Elo classico, mentre la velocità di calcolo o di scelta pragmatica della mossa tende a diventare la qualità agonistica predominante. Di conseguenza sono cambiate le priorità nell’allenamento e nella preparazione dei giocatori e non pochi trainer adesso sconsigliano di dedicare tempo allo studio dei finali, se non a quelli basilari (posto che un finale fondamentale per un Elo 2000 è qualcosa di molto diverso rispetto a un 1500, come pure rispetto a un 2500).
Ma ancor di più impressiona l’allontanamento dei grandi maestri di vertice dai tornei e dai campionati del mondo classici, sui quali si è costruita non solo la storia, ma anche il fascino più profondo degli scacchi e la loro popolarità in ogni angolo del pianeta. Il profeta numero uno di questo allontanamento è Magnus Carlsen, che dopo aver rinunciato a difendere il titolo mondiale nel 2023 afferma ora di non avere più interesse nemmeno per i tornei classici, mentre partecipa con entusiasmo alle gare di Freestyle, come sono stati ribattezzati da una società privata gli Scacchi960; un’operazione di marketing che ha messo in allarme la Fide e che potrebbe portare a una nuova scissione, nel caso si arrivi in futuro all’organizzazione di campionati del mondo concorrenti. Insieme ad altri 15 grandi maestri di vertice, Carlsen ai primi di agosto ha partecipato, in Arabia Saudita, alla Esports World Cup, un evento in cui gli scacchi erano solo uno dei vari giochi. Alla fine il numero uno ha manifestato tutto il suo entusiasmo per questa nuova frontiera, dove con un torneo di sole partite lampo on-line (dieci minuti senza incremento) lui e gli altri GM si sono spartiti una borsa di un milione e mezzo di dollari, una cifra equivalente a quella che ci si può aggiudicare con un lungo e faticoso match per il titolo mondiale classico.
Ma tutto ciò avviene in una galassia lontana anni luce dal nostro mondo, dove i 528 concorrenti di Spilimbergo o i 1258 dei campionati italiani giovanili di Terrasini perseverano nell’impegno e nella passione, maneggiando trentadue pezzi di legno nel gioco che più ci piace.
Il sommario del numero di settembre-ottobre in formato RTF

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