di Dario Mione
(editoriale TCS settembre 2019)
Non c’era da illudersi che, malgrado diversi organizzatori e arbitri abbiano alzato la guardia per combattere il cheating, a tutti passasse la voglia di (provare a) gonfiare le proprie performance e il proprio Elo in maniera truffaldina. Perché, naturalmente, c’è sempre chi si crede più furbo. Fa comunque specie quando a “cadere in tentazione” sono professionisti di chiara fama, addirittura grandi maestri, che, magari dopo un’onorata carriera, iniziata quando gli smartphone neppure esistevano, si rovinano la reputazione e la vita professionale per un “momento di debolezza” (sempre e a patto che si tratti di uno solo).
È il caso del GM lettone Igors Rausis, che lo scorso luglio, a Strasburgo, è stato immortalato da un altro giocatore (che sospettava di lui) all’interno di una toilette, intento a trafficare col proprio smartphone. Quando gli arbitri gli hanno comunicato che era stato colto sul fatto, Rausis, attivo come insegnante di scacchi oltre che come giocatore, non ha neppure provato a negare. «Ho semplicemente perso la testa», ha detto in seguito, aggiungendo: «Per lo meno quanto è accaduto è una buona lezione, ma non per me – ho giocato la mia ultima partita». Un mea culpa tardivo, tanto più che da tempo, nell’ambiente, si sospettava a torto o a ragione che il lettone barasse: vero è che negli ultimi anni aveva partecipato pressoché esclusivamente a tornei secondari (alcuni anche in Italia), guadagnando Elo contro avversari spesso molto meno quotati, ma è altrettanto vero che ottenere uno score prossimo al 100%, anche solo contro dei “semplici” maestri, è difficile per chiunque. E avvicinarsi in questo modo al muro dei 2700, poi…
Di Rausis, forse, non sentiremo parlare per un bel po’, ma il lettone non è il primo GM pescato a barare in un torneo: per ogni riferimento si chieda al francese Sebastian Feller e al georgiano Gaioz Nigalidze, cui il massimo titolo fu addirittura revocato nel 2015. Speriamo che la lista non si allunghi.
Il cheating non è stato l’unico argomento a tenere banco in un’estate scacchistica davvero calda. Sotto il profilo agonistico va per lo meno segnalato il successo di Alessio Valsecchi all’open di Vienna, a fine agosto: per motivi di spazio, pubblicheremo un resoconto sul prossimo numero.
Infine, per quanto riguarda Torre & Cavallo e caso mai non ve ne foste accorti, dal presente numero la rivista diventa più “pesante”, passando dalle 56 pagine abituali a 60 tutti i mesi, su carta patinata di maggior spessore e con un numero di pagine a colori quasi raddoppiato. Buona lettura!
Il sommario del numero di settembre in formato RTF