di Dario Mione
(editoriale TCS ottobre 2018)
Il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli. Venerdì 9 novembre a Londra prenderà il via il match per il titolo mondiale fra i numeri uno e due della graduatoria Fide, il campione in carica Magnus Carlsen e lo sfidante Fabiano Caruana. In una recente intervista il norvegese ha dichiarato di sperare che il fatto di giocare un match del genere per la prima volta possa essere motivo di forte pressione per l’italo-americano, ma ha aggiunto di non illudersi che vincere possa essere facile, sottolineando di considerare Fab Fab «un giocatore quasi al mio livello». Per giungere alla sfida con uno spirito fiducioso e ottimista, i due contendenti dovranno cercare di concentrarsi su ciò che hanno fatto di buono nelle loro recenti partite a cadenza regolare, quattro in tutto nel solo 2018. Carlsen può essere contento perché ha messo alle strette Caruana in tutti i loro ultimi scontri diretti, l’ex rappresentante azzurro per aver pareggiato due delle tre partite che avrebbe potuto perdere e per aver giocato, nel complesso, allo stesso livello di Magnus.
Dopo aver vinto i due match mondiali contro Vishy Anand, Carlsen si era costruito la reputazione di killer paziente e spietato, in grado di sfruttare il minimo vantaggio e di far crollare i suoi avversari sotto la pressione della propria iniziativa. Il norvegese sembrava in seguito aver perso tale abilità, arrivando a trovarsi addirittura in svantaggio due anni fa nel match mondiale contro Karjakin, ma proprio lo scorso agosto, alla Sinquefield cup di Saint Louis, pare averla ritrovata. Sebbene abbia mancato una grossa occasione nella partita contro Caruana (la trovate a pag. 6 con le note del GM Ian Rogers), infatti, le chilometriche vittorie contro Karjakin e soprattutto Nakamura hanno permesso a Magnus di aggiudicarsi il torneo insieme ad Aronian e allo stesso Caruana. A Londra il campione partirà naturalmente favorito, tanto più che non perde una partita classica contro il suo sfidante dal giugno 2015. Ma tutto può succedere. Da parte nostra speriamo soprattutto di assistere a una battaglia emozionante e senza esclusione di colpi, non potendo comunque dimenticare, con un pizzico di nostalgia, il tempo (non lontano) in cui Fab Fab “vestiva” la maglia azzurra, con la quale ha raggiunto il record personale di 2851 punti nel live rating l’8 ottobre 2014.
Anche dopo il ritorno del “maghetto” nei nativi Stati Uniti, va comunque aggiunto, il movimento italiano ha continuato a vivere una costante crescita, culminata, proprio un mese e mezzo fa, con la conquista del primo titolo giovanile internazionale da parte di un azzurro, ovvero l’oristanese Francesco Sonis, neo-campione europeo under 16. A lui vanno i nostri più sinceri complimenti, con la speranza che sia solo il primo di una lunga serie.
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