L’importante è che se ne parli

di Dario Mione

(editoriale TCS aprile 2021)

TCS-0421L’effetto “Queen’s gambit” si è affievolito, ma i media mainstream e il grande pubblico continuano a riservare agli scacchi un’attenzione particolare, anche e soprattutto per notizie che lasciano invece piuttosto freddi gli addetti ai lavori. Nel mese di marzo due avvenimenti hanno attirato la curiosità generale: la veloce e bizzarra patta fra Carlsen e Nakamura nel rapid online “Carlsen Invitational” e un caso di cheating online.
A occuparsi della prima è stato niente meno che il quotidiano britannico “The Guardian”, ripreso fra gli altri dalla testata online italiana “Il Post”, la quale ha titolato: “Come si divertono i campioni di scacchi”. «Anche le peggiori aperture tendono ad avere, talvolta, qualcosa che le salva. L’apertura Bongcloud invece no», ha scritto il Guardian, in riferimento a ciò che Magnus e Hikaru avevano giocato nel loro confronto, ininfluente ai fini della qualificazione alla seconda fase del torneo: 1. e4 e5 2. Re2 Re7.
Anomali gli sviluppi e la conclusione dell’ennesimo caso di cheating. La storia è iniziata come tante altre: un dilettante, tale Dadang Subur, il 2 marzo ha sconfitto il MI Levy Rozman in una partita amichevole con cadenza di 10 minuti a testa su Chess.com. Il giocatore titolato si è insospettito, perché l’avversario impiegava sistematicamente 10 secondi per ogni mossa e perché, controllando il suo profilo, ha scoperto che il suo Elo era salito di 800 punti in 11 giorni e nelle sue partite aveva una precisione di oltre il 90%. Rozman aveva segnalato il giocatore a Chess.com e il profilo era stato chiuso per violazione delle norme sul Fair Play. Tutto sarebbe potuto finire così, come in altre migliaia di casi, se non fosse che il figlio di Subur ha sollevato un polverone con un post su Facebook, diventato virale, nel quale asseriva che il padre era un forte giocatore e che era stato bannato ingiustamente. Orde di haters hanno inondato Rozman di messaggi poco amichevoli, finché Subur non ha accettato la sfida “in presenza” della MI Irene Sukandar, organizzata a Giacarta da Deddy Corbuzier, attore, presentatore televisivo e YouTuber indonesiano. Il dilettante è stato surclassato in tre partite, nelle quali ha commesso gli errori più banali, ma è riuscito a stabilire due record: l’evento ha toccato il picco di 1,25 milioni di spettatori in contemporanea su YouTube, il decuplo rispetto al Mondiale di scacchi (sic), e lui ha intascato comunque 7.000 dollari, visto che la sfida era sponsorizzata, divenendo il primo giocatore pagato per aver barato in una partita amichevole online.
C’è poco da ridere. Ma, come sempre, l’importante è che se ne parli.
Il sommario del numero di aprile in formato RTF