di Dario Mione
(editoriale TCS novembre-dicembre 2025)
Gli scacchi d’élite provano a cambiare ancora pelle. Dopo anni di discussioni su come rinnovare il ciclo del titolo mondiale, la novità non sarà una riforma del formato classico – come Magnus Carlsen aveva più volte auspicato – ma un’iniziativa tutta nuova, promossa dagli organizzatori di Norway Chess e ufficialmente approvata dalla Fide. Si tratta del “Total Chess World Championship Tour”, che dal 2027 incoronerà il “Fide World Combined Champion”, un “campione totale” capace di eccellere nelle tre cadenze di gioco principali: “fast classical”, rapid e blitz.
Il progetto è ambizioso: quattro tornei all’anno, un montepremi complessivo di 2,7 milioni di dollari e una finale a quattro che assegnerà il titolo. Prima dell’avvio ufficiale, nel 2026 è previsto un evento pilota. Il formato “fast classical” – 45 minuti con incremento di 30 secondi – verrà incluso nella classificazione ufficiale Fide, segnando un passo forse irreversibile verso una revisione dei tempi di gioco tradizionali. La stessa Fide, attraverso le parole del presidente Arkady Dvorkovich, ha definito il progetto come «un grande complemento al Campionato del Mondo tradizionale». Un modo, dunque, per ampliare il panorama competitivo senza toccare la sacralità del titolo di Campione del Mondo di scacchi classici, il cui prestigio rischia tuttavia di diminuire nel tempo.
Ma il significato simbolico di questa novità va oltre. Il Total Chess Tour rappresenta una concessione implicita alle critiche che Carlsen aveva più volte espresso verso il formato classico del match mondiale, giudicato «troppo statico e logorante». Dopo il suo ritiro dal ciclo nel 2023, il norvegese aveva dichiarato che avrebbe preferito «un sistema più dinamico, con più partite e più ritmo». È difficile non vedere un legame tra quelle parole e questa nuova creatura nata proprio nella sua terra, con il suo tacito benestare.
Kjell Madland, storico CEO di Norway Chess, ha confermato di aver già parlato con Carlsen e con «due o tre altri top player» entusiasti del progetto, mentre Nakamura ha espresso critiche durissime. Non sarebbe sorprendente se il numero uno del mondo fosse tra i protagonisti della prima edizione: il formato incarna perfettamente la sua visione del gioco moderno.
Resta da capire come questo campionato si inserirà nel già affollato calendario internazionale e quale impatto avrà sul prestigio dei tornei tradizionali. Ma è innegabile che la mossa norvegese apra nuovi scenari: un mondiale alternativo, nato non per sostituire, ma per integrare – e forse, un giorno, ridefinire – il concetto stesso di eccellenza scacchistica.
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