di Dario Mione
(editoriale TCS ottobre 2020)
«I Candidati per ora sono finiti. Rimane ancora la parte difficile: tornare a casa. Mi aspetto di rientrare in un mondo che a stento saprò riconoscere». Con questo post, pubblicato sul suo profilo Twitter il 26 marzo scorso, Fabiano Caruana era stato facile profeta. Il torneo era appena stato sospeso e i giocatori si stavano affrettando a trovare una soluzione per lasciare Ekaterinburg, senza sapere dove e quando sarebbe ripreso.
Nei mesi a seguire i superGM si sono presto adeguati a giocare solo su Internet e a cadenza veloce. Una soluzione già pronta e servita su un piatto d’argento per gli scacchi, che si è tuttavia rivelata, ben presto, non proprio ottimale: quando a determinare la vittoria o la sconfitta in una partita può essere la stabilità della connessione Internet, come ha dovuto sperimentare a sue spese persino Magnus Carlsen, non si può certo parlare di contesa “sportiva”. Con uno sport, sia pure della mente, certi inconvenienti non devono e non possono avere nulla a che fare.
A distanza di più di sei mesi, come si aspettava Fab Fab e come era purtroppo semplice immaginare, è difficile riconoscere il mondo rispetto a com’era prima della pandemia. L’emergenza coronavirus ha modificato le abitudini quotidiane di tutti e costretto i governi di ogni Paese a fare i conti con i rischi di contagio, adottando misure più o meno restrittive per scongiurare una nuova ondata. Misure alle quali gli scacchi, naturalmente, si sono dovuti adeguare.
Con la ripresa dell’attività agonistica “in presenza”, divisori in plexiglas hanno fatto la loro comparsa sui tavoli in quasi tutti i tornei del post-lockdown, insieme o in alternativa a mascherine e visiere. Sanificare tavoli e scacchiere è diventata la norma e le strette di mano all’inizio e alla fine di ogni partita, prima caldeggiate dal regolamento, sono ora vietate.
Niente è come prima e forse mai più lo sarà. I Candidati, però, stanno finalmente per ripartire dal punto in cui erano stati interrotti, nella stessa città che aveva ospitato la prima metà del torneo. L’appuntamento è fissato per l’1 novembre a Ekaterinburg, ma la Fide stavolta è pronta a ogni evenienza e, oltre ad aver stilato un protocollo anti-contagio, ha già designato più di una sede alternativa in caso di imprevisti dell’ultimo momento. La speranza, naturalmente, è che tutto fili liscio e sancisca in maniera definitiva l’inizio di un futuro un po’ meno grigio. Per gli scacchi e non solo.
Il sommario del numero di ottobre in formato RTF
NOTA PER IL LETTORE – Questo editoriale è stato scritto a settembre 2020, poco dopo che la Fide aveva annunciato la ripresa del torneo dei Candidati. Il 16 ottobre, come comunicato in MS n° 1025, la Federazione è dovuta tornare sui suoi passi e ha rinviato ulteriormente la ripresa dell’evento alla Primavera 2021.