del GM Ian Rogers (report n° 72)
Nel 2006, un giocatore poco conosciuto di nome Eugene Varshavsky scosse il World Open di Filadelfia, uno dei tornei più importanti negli Stati Uniti.
Indossando un cappello durante tutte le partite, Varshavsky ottenne risultati strepitosi, ma dopo la sua vittoria contro il GM Ilya Smirin sorse il sospetto che le sue mosse ricalcassero esattamente quelle scelte da un forte programma. Quando gli organizzatori si decisero a osservarlo più da vicino Varshavsky si dileguò nelle toilette; quando più tardi venne perquisito, non si trovò niente. A Varshavsky fu permesso di portare a termine il torneo, ma sotto stretta sorveglianza e senza il cappello; sta di fatto che perse tutte le partite rimanenti. Per la cronaca, nello stesso torneo un altro partecipante, pescato con una radio rice-trasmittente, venne espulso.
Dopo di allora Varshavsky non ha giocato altre partite ufficiali, ma alla fine di ottobre del 2009 si è presentato ai campionati statunitensi di Sudoku, che si sono svolti nella stessa città. Non avendo ancora sperimentato le traumatiche esperienze degli scacchi sul fronte dei bari informatici, ai campionati USA di Filadelfia i giocatori agonisti di sudoku potevano portare con sé telefonini e quant’altro. Durante la gara era permesso addirittura ascoltare musica con gli auricolari.
Varshavsky, che indossava una felpa con cappuccio, ha risolto correttamente tre difficili schemi di sudoku in 12 minuti, qualificandosi per la finale a tre giocatori. La finale si svolgeva sotto gli occhi del pubblico e qui Varshavsky si è fermato dopo 8 minuti, con due soli numeri facili inseriti nello schema e nessun appunto di lavoro. A quel punto entrambi i rivali di Varshavsky avevano già consegnato le loro prove, ma poiché uno aveva commesso un errore, Varshavsky aveva la possibilità di vincere mille dollari in più se avesse completato la sua soluzione; invece ha lasciato subito perdere, accontentandosi del terzo premio di tremila dollari.
Successivamente una lettera aperta del secondo classificato ha fornito una serie di buone ragioni per sospettare che ci fosse sotto qualcosa: come al World Open di scacchi, sembra che Varshavsky potesse in qualche modo aver accesso a un computer anziché usare il suo cervello. Ora si sta indagando e tutti i premi in denaro sono stati congelati. Per fortuna, nel sudoku è relativamente facile dimostrare un imbroglio: gli appunti di soluzione di Varshavsky dovrebbero rivelare abbastanza chiaramente se il giocatore ha sviluppato o meno dei procedimenti umanamente logici.
Bè, da un lato spero per gli appassionati del Sudoku che questo articolo non lo legga un certo tizio di Firenze, dall’altro spero per noi appassionati di scacchi che lo legga, così magari i suoi giochini li va a fare da un’altra parte…