Tolleranza zero

di Roberto Messa

(Editoriale TCS aprile 2010)

TCS-0210È quella che la nostra rivista ha propugnato fin dal 1995 nei confronti del presidente della Fide Kirsan Ilyumzhinov. In quell’anno l’ineffabile calmucco, che vanta tra le altre cose di essere stato ospite degli alieni per un viaggetto tra le galassie, subentrò al suo “degno” predecessore Florencio Campomanes grazie all’ultimo colpo di mano del filippino, responsabile di aver corrotto per sempre i meccanismi elettorali della federazione scacchistica internazionale. Ma la prima elezione truccata di Campomanes è storia del 1982, molti dei nostri lettori non erano ancora nati e noi non vogliamo rievocare il passato, ma guardare al futuro, che bussa alle porte con le elezioni che si terranno a ottobre, durante le Olimpiadi scacchistiche di Kanty-Mansiysk. Già, le olimpiadi siberiane che stracciarono le sedi concorrenti al congresso della Fide di Torino nel 2006 – promettendo un budget record di 10 milioni di dollari – ma per le quali si teme ora un fiasco organizzativo e logistico. Tornando alle elezioni per la presidenza della federazione internazionale, il fatto nuovo è la candidatura dell’ex campione del mondo Anatoly Karpov, che in passato fu tra i sostenitori – non disinteressati – di Ilyumzhinov e ora si propone come l’uomo in grado di scalzarlo dalla poltrona. A questo punto si tratta di capire se l’autunno siberiano sarà rovente o se assisteremo a un passaggio delle consegne orchestrato da Mosca, ma in ogni caso anche la nostra federazione sarà chiamata a pronunciarsi e io spero che lo faccia a viso aperto e anche nel modo più conveniente per gli interessi del nostro scacchismo. È appena il caso di ricordare che l’attuale dirigenza della Fide ha “premiato” l’ospitalità ricevuta alle Olimpiadi di Torino non convocando nemmeno uno dei nostri arbitri a quelle di Dresda. A dimostrazione che a volte la discrezione e la diplomazia non pagano. L’Italia è uno dei paesi in cui si organizzano ogni anno più tornei omologati al mondo, in cui si sono ospitati match mondiali, olimpiadi e campionati europei vari. Si tratta di un capitale e di una forza contrattuale che forse potremmo valorizzare meglio sulla scena internazionale. Anche perché ci sono regole, come la cosiddetta “tolleranza zero”, che se diventassero tassative nei tornei open penalizzerebbero alquanto i nostri organizzatori e per riflesso la nostra federazione. Comprendo perfettamente che nei pensieri del presidente Pagnoncelli ci siano preoccupazioni più pressanti, quali lo sfratto dalla sede di via Cusani a Milano e la riduzione dei contributi del Coni per tutte le federazioni sportive, ma quello che si decide al di là delle Alpi non è meno importante per i nostri giocatori, da Caruana alle terze categorie nazionali.

Il sommario del numero di aprile in formato RTF

2 commenti per “Tolleranza zero

  1. robmessa
    6 aprile 2010 at 15:43

    Sono trascorse nemmeno due settimane da quando ho scritto questo editoriale per Torre & Cavallo di aprile… ma quanto pare anche questa volta mi trovo “dalla parte sbagliata” della barricata, perché intorno a Ilyumzhinov hanno già fatto quadrato i presidenti continentali di Europa, Asia, Africa e Americhe (e ciò non mi stupisce…) ma anche il dinamico presidente della Federazione Turca, Ali Yazici, che credevo più interessato a un rinnovamento.
    Karpov per ora gode del supporto dichiarato di Francia, Svizzera, Germania e Spagna, ma senza fatti nuovi ho la sensazione che Ilyumzhinov otterrà l’ennesimo mandato per il quadriennio 2010-2014.
    Bisogna ricordare che alle elezioni della Fide ogni federazione nazionale dispone di un voto… è questo meccanismo che a partire dagli anni Ottanta ha permesso a Campomanes prima e Ilyumzhinov poi di comprarsi con un piatto di lenticchie i voti di decine di federazioni piccole e piccolissime (la Fide ha circa 150 federazioni nazionali affiliate, in questo è seconda solo all’atletica leggera).
    Roberto Messa

  2. Andrea Malfagia
    13 aprile 2010 at 12:12

    Che la Turchia si sarebbe schierata dalla parte del calmucco poteva prevedersi: con tutti i giochini di corteggiamento reciproco che, a ben più alto livello, sono in corso da tempo fra Europa e Turchia, Yazici ha a disposizione una montagna di soldi e su quella lunghezza d’onda si è sempre inteso perfettamente con la FIDE, basti pensare alla quantità di eventi di primissimo piano affidati all’organizzazione della Turchia da qualche anno a questa parte.
    La FSI, però, come si pone? Quando esprimerà una posizione ufficiale? Per quel che vale, dato il contesto…

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