Don Ciccio e il Laos: altro caso Birmania?

Alla Fsi una mail del fantomatico giocatore. Sospeso l’Elo di tutti i laotiani

di Dario Mione
Verrebbe quasi da riderci sopra, non foss’altro per il suo nome: Don Ciccio Rossi. Verrebbe solamente, però. Perché questo presunto giocatore, in realtà, potrebbe non esistere e costituire la prova del tentativo, da parte di una Federazione, di gonfiare i punteggi dei propri tesserati. E, in tal caso, il fatto che il succitato sia comparso con un rating di 2327 nella graduatoria internazionale sarebbe dunque un fatto grave, che riporterebbe alla mente quanto successo qualche anno fa in Myanmar.
E’ il caso, anzitutto, di ricapitolare però da dove venga fuori il nome di Don Ciccio. Come già scritto su Messaggero Scacchi (http://www.messaggeroscacchi.it/?p=1589), stando alla graduatoria Fide del 1° gennaio 2010 tale signor Rossi avrebbe preso parte a Pakse, nel Laos, a un torneo disputato a partire dal 13 dicembre.
Al suo esordio in una competizione valida per le variazioni rating, Don Ciccio si sarebbe piazzato 1°-4° ex aequo a quota 5.5 su 9, facendo il suo ingresso nella lista Fide con 2327 punti, appunto, e attestandosi così al 51° posto della graduatoria italiana. Il nome, però, ha da subito destato qualche perplessità, rimbalzando nei post di blog e newsgroup. E così la redazione di Torre & Cavallo / Messaggero Scacchi ha chiesto numi alla Federazione scacchistica italiana, nella persona del sempre disponibile presidente Gianpietro Pagnoncelli. E la Fsi, alla riapertura dei propri uffici, il 7 gennaio, ha inoltrato alla Fide una mail facendo presente che nessun Don Ciccio Rossi esiste fra i giocatori tesserati in Italia, chiedendo quindi una verifica e una spiegazione. Ma c’è di più. Durante le vacanze natalizie all’account della stessa Fsi è arrivata una mail, firmata niente di meno che dal fantomatico Don Ciccio Rossi (!), scritta in un anglo-italiano del tutto incomprensibile, o quasi. Fatto, anche questo, per il quale verrebbe da ridere, se si potesse pensare che si tratta solo di una burla. Al sedicente scacchista è stato risposto con cortesia di riscrivere la lettera in inglese, in maniera per lo meno intellegibile.
Alla data di oggi, 15 gennaio, né la Fide né Don Ciccio hanno ancora degnato la Federazione italiana di una risposta. Rimane il fatto che, da qualche giorno, tutti i giocatori del Laos sono stati depennati dalla graduatoria Fide sul web (uno aveva un rating superiore a 2500) e si presume, quindi, che il massimo organismo scacchistico internazionale abbia avviato degli accertamenti sui tornei ai quali avrebbero preso parte tali giocatori. Don Ciccio, pur non essendo scomparso dalla lista Elo, si è visto ridimensionare di molto il rating: da 2327 a 0. La sua federazione di appartenenza, comunque, per ora risulta ancora essere l’Italia.
Si scriveva, molte righe più sopra, dell’ “affare Myanmar”: la federazione dell’ex Birmania, alla fine degli anni ’90, aveva gonfiato a tal punto l’Elo di alcuni suoi giocatori che cinque di loro si erano ritrovati, al 1° gennaio 2000, fra i top 100 della graduatoria internazionale (leggi www.messaggeroscacchi.it/articoli/elofidegen00.html). La Fide aveva inizialmente sospeso e poi riconvalidato i punteggi dei birmani, per poi cancellarli definitivamente dalla propria lista. Il Laos, a dieci anni di distanza, sembra aver voluto ricalcare le orme dei “cugini” (i due Stati sono confinanti), non facendo però i conti col fatto che i tempi sono cambiati…
Naturalmente ogni eventuale responsabilità o frode è ancora da accertare, anche se il dubbio al momento è forte. E il sospetto, peraltro, non è venuto solo all’Italia: l’Australia e l’Inghilterra, come ci ha detto il nostro sempre informato corrispondente GM Ian Rogers, si sono a propria volta ritrovate con due nuovi “forti giocatori” nella lista del 1° gennaio; pare che la Federazione inglese sia stata la prima a chiedere alla Fide di sospendere l’omologazione di tutti i tornei giocati in Laos in attesa di accertamenti e verifiche. Insomma, il caso è tuttora aperto e l’unico fatto (quasi) certo è che i laotiani il cui rating è stato “sospeso” sono persone reali; un po’ meno reali, ovvero del tutto fittizi, potrebbero essere gli avversari da loro incontrati, anche se nessuno pare avere un nome tanto curioso quanto quello di Don Ciccio Rossi. Che, se davvero esiste, speriamo ci vorrà perdonare, raccontandoci la sua esperienza nel Laos. Altrimenti… verrebbe da ridere. Verrebbe e basta.