Karjakin, la comunicazione e l'isola che non c'è
Di robmess (del 10/06/2007 @ 19:55:45, in News, linkato 1746 volte)
Sabato sera a Lodi, durante la "simultanea sotto le stelle" gli organizzatori mi hanno mandato il giornalista della Gazzetta della Sport, che era alla ricerca disperata di qualcosa in più su Karjakin. Si vede che la lunga intervista che gli aveva fatto prima non aveva prodotto grandi frutti... il giornalista si era pur documentato con scrupolo, da quello che ho potuto dedurre, ma alla fine si ritrovava solo con un ragazzo che aveva sempre giocato a scacchi, era diventato molto bravo, il più giovane GM della storia. Mi ha pure chiesto se esisteva un libro su Karjakin tipo "Magnus Carlsen wonderboy" (che lui stesso aveva consultato!) per poi concludere, sconsolato: "Forse Karjakin dovrebbe curare un po' di più la comunicazione".
Con ciò confermando un pensiero che mi era "scappato" pochi minuti prima osservando tutto l'aspetto di Sergey e, soprattutto, la sua trista camiciola con una fantasia... una fantasia come ne avevo viste solo in Bulgaria vent'anni fa. Ecco il pensiero dal sen fuggito: "Karjakin e la sua mamma hanno dedicato meno tempo alla scelta di come presentarsi al pubblico italiano di quanto ne abbia dedicato mio figlio, questa mattina, per decidere che maglietta mettersi alla recita di fine seconda media".
Sapete, dovevano cantare di fronte ai genitori Samarcanda e l'Isola che non c'è.
Ecco, appunto... l'isola che non c'è!
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