Ucraina alle stelle

del maestro internazionale Roberto Messa

(editoriale di Torre & Cavallo Scacco! - gennaio 2002)


La qualificazione di due giocatori dell'Ucraina per la finale del campionato del mondo Fide (che inizia il 16 gennaio) ha suscitato un certo clamore nell'ambiente scacchistico internazionale. Tuttavia, negli ultimi mesi, i segnali che questa grande nazione ex-sovietica stesse diventando una super-potenza scacchistica si erano moltiplicati: in ottobre Ivanchuk, Ponomariov e compagni avevano condotto l'Ucraina alla vittoria nel campione mondiale a squadre, mentre Jakovenko si laureava campione mondiale under 18.
Naturalmente simili affermazioni hanno radici lontane e si spiegano principalmente con il capillare lavoro di selezione e allenamento dei giovani più promettenti: per esempio Alexander Beliavsky (da alcuni anni emigrato in Slovenia) conquistò il titolo di campione juniores nel 1973 e poi, per quattro volte, quello di campione dell'Urss. Dalla stessa scuola scacchistica proviene inoltre Elena Sedina, la grande maestra di origine ucraina che ha rappresentato l'Italia al campionato mondiale femminile, dove si è sbarazzata agevolmente dell'avversaria del primo turno, uscendo poi sconfitta dal match con l'ex campionessa Maia Chiburdanidze.
Mai come adesso negli scacchi i risultati non si improvvisano e ciò sottolinea, per contrasto, i meriti di alcuni nostri giocatori, che pur essendo degli autodidatti si sono più volte dimostrati all'altezza della concorrenza internazionale. Tra questi mi piace citare Bruno Belotti, che il mese scorso ha conquistato il suo terzo titolo italiano a Montecatini Terme. Bruno è un serio professionista, ma al tempo stesso il prototipo dello scacchista individualista: perfino a chi gli è amico risulta impossibile sapere quanti celebrati grandi maestri ha ridotto in polpette. Non è nemmeno detto che abbia conservato le partite. E non chiedetegli di commentarne una per la vostra rivista!

 



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