Destino baro

del maestro internazionale Roberto Messa

(editoriale di Torre & Cavallo Scacco! - novembre 2006)


Kramnik non ha barato! Ne sono convintissimo, sul tavolo non ci sono altro che insinuazioni. Ma le parole sono macigni e da oggi gli scacchi non sono più gli stessi: chiunque può giustificare le proprie sconfitte sostenendo che di fronte non aveva un avversario in carne ed ossa, ma un computer da 3200 punti Elo. È ciò che vanno dicendo, letteralmente, Topalov e il suo manager pochi giorni dopo la fine del match. Nessuno ci crede: i grandi maestri sono con Kramnik, noi tutti siamo con Kramnik, ma dobbiamo pur ammetterlo: siamo e saremo obbligati a difendere la reputazione di tutti i grandi maestri, se non vogliamo giocarci la nostra. Avete mai sentito un ciclista ammettere che in quello sport – di pur gloriose tradizioni – ci sia oggi qualche problema? È questo il destino baro che ci aspetta?
Possiamo ancora dire che gli scacchisti sono persone a volte di un candore disarmante, intellettualmente oneste e con una forte capacità autocritica, possiamo ancora dire che nessuno bara, ma non che barare è impossibile nel nostro gioco. Così ogni torneo rischia di diventare un tormentone.
Tornando al match che – dopo tredici lunghi anni di scisma – ci ha restituito un campione del mondo unico, dal punto di vista tecnico si potrebbe dire che Topalov ha giocato addirittura meglio di Kramnik, ma ha sporcato diverse partite con errori marchiani. Resta da capire se gli errori del bulgaro sono frutto della deliberata intenzione di giocare molto velocemente, per tenere Kramnik, molto più lento e riflessivo, sotto pressione. Che dabbenaggine: non si gioca sul tempo quando si ha posizione migliore!
Prima di passare ad altro, lasciatemi aggiungere che comunque il tutto mi sarebbe piaciuto di più se Kramnik avesse accettato, con gesto di regale superiorità, di usare la stessa toilette del suo avversario. Pur dovendo condividere i cessi con altre centinaia di scacchisti, alle Olimpiadi di Torino lo stesso Kramnik era stato capace di giocare da campione quale è!
Il nostro eroe di questo mese è senza dubbio il diciassettenne maestro internazionale Daniele Vocaturo. Ai mondiali giovanili under 18 Daniele è partito a razzo con 3 punti su 3, poi ha perso qualche colpo, ma con altre tre vittorie è risalito all’ultimo turno in prima scacchiera, qui ha perso con il vincitore del torneo, chiudendo al settimo posto con 7 punti su 11 (performance 2521).
“Bravo, continua così!” non è più sufficiente: per lui e per gli altri giovani emergenti dobbiamo inventare qualcosa di nuovo, qualcosa di più.

 



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