Un classico

del maestro internazionale Roberto Messa

(editoriale di Torre & Cavallo Scacco! - ottobre 2004)


Non è per spirito salomonico che mi trovo costretto a bollare anche il match Kramnik-Leko come un "non campionato mondiale", dopo il "non campionato" della Fide vinto da Kasimdzhanov. Fatto sta che questo foglio di carta è l'unico mezzo di cui dispongo per contrastare quelle poche persone che, pur avendone il potere, non si sentono più di tanto obbligate a ristabilire la normalità, invocata dal 99% degli scacchisti di tutte le razze e categorie. Il giorno prima dell'inizio della sfida, a una domanda di Dario Mione riguardo alla riunificazione del titolo mondiale, Kramnik ha risposto senza pudore: "Nemmeno l'1% del mio cervello è impegnato in questi pensieri."
Leko ha lasciato aperto uno spiraglio: "Sono disposto a rispondere a questa domanda al termine del match."
Detto questo bisogna riconoscere che il match di Brissago - molto ben organizzato, con un numero di partite, una cadenza di gioco e una borsa degni di un vero mondiale - entra a buon diritto nel solco delle sfide classiche che hanno scolpito i nomi dei campioni che tutti riconosciamo come tali, da Steinitz a Kasparov. Non a caso gli sponsor dell'evento hanno presentato Kramnik come il "quattordicesimo campione del mondo" e sono pronti a nominare Leko, qualora vincesse, come il quindicesimo. Va ricordato che il 25enne ungherese si qualificò come sfidante vincendo il torneo dei candidati di Dortmund nel 2002: batté Shirov in semifinale e Topalov in finale, assenti Kasparov - dicendosi defraudato da Kramnik di un diritto alla rivincita che non ho mai capito dove fosse scritto - e Anand. Il fuoriclasse indiano ha ribadito anche di recente di essere interessato ormai solo alla conquista di un titolo mondiale unificato, dopo aver sperimentato che la sua vittoria al campionato Fide 2002, pur essendo stata autorevole sotto ogni punto di vista, è già quasi dimenticata perfino dai suoi tifosi.
Per concludere non mi resta che ringraziare gli organizzatori per la squisita ospitalità di cui ho goduto nelle giornate inaugurali della sfida di Brissago, sul Lago Maggiore nel Canton Ticino, insieme ad altre decine di giornalisti di settore provenienti da tutta Europa. Latitano per il momento la grande stampa e le televisioni, ma questa sembra essere diventata la regola da quando il campionato mondiale di scacchi non è più uno e indivisibile.
Sarà un caso?

 



Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 3/2000 del 01/02/2000
Copyright 2000-2007 Messaggerie Scacchistiche, tutti i diritti riservati