Rogers' Report

n° 3, 30 marzo 2003

KASPAROV L'AMERICANO, KIRSAN IL FILO-SADDAM
del Grande Maestro Ian Rogers

Gli scacchi e la politica creano strani sodalizi, ma ciò non ha impedito a due delle principali personalità del mondo degli scacchi di giocare la loro parte nella guerra in Iraq. Una settimana prima dell'inizio delle operazioni belliche, il presidente della Fide (la federazione scacchistica internazionale) Kirsan Iljumzhinov era a Baghdad, quale membro di una delegazione politica russa inviata nella capitale irachena per ascoltare la risposta ufficiale del governo locale all'ultimatum degli Stati Uniti a Saddam Hussein (o l'esilio o l'attacco).
Iljumzhinov, che è anche presidente della repubblica autonoma russa della Calmucchia, è stato per molti anni un visitatore regolare di Baghdad e provocò una polemica nel 1996 quando annunciò che il campionato del mondo Fide tra Anatoly Karpov e Gata Kamsky si sarebbe svolto a Baghdad (poi si decise di spostarlo in Calmucchia). Iljumzhinov è stato il primo membro della delegazione russa ad annunciare alla stampa che Uday Hussein, figlio di Saddam, gli aveva detto che Hussein e la sua famiglia non sarebbero andati in esilio come richiesto dagli Stati Uniti. Iljumzhinov si è rifiutato di rispondere direttamente alla domanda se lui aveva proposto a Uday la soluzione russa dell'esilio in Bielorussia, ma ha detto semplicemente che Saddam Hussein "non pensava all'esilio e non ci sarebbe andato". Il giorno stesso, ma più tardi, un portavoce iracheno dava la conferma ufficiale delle dichiarazioni di Iljumzhinov e poco dopo la macchina della guerra si metteva in moto.
Per non essere da meno, Garry Kasparov ha esposto il suo punto di vista sulla guerra in Iraq e le sue opinioni lo hanno trasformato in un simbolo per alcuni gruppi estremisti negli USA. Scrivendo, prima della guerra, per il 'Wall Street Journal', Kasparov spiegava: "L'attacco innanzitutto. Baghdad resta la prossima tappa, ma dobbiamo avere dei piani anche per Teheran e Damasco, per non menzionare Riad". Facendo una serie di analogie tra la seconda guerra mondiale e la crisi irachena, l'articolo di Kasparov prediceva che la Russia sarebbe diventata alleata degli Stati Uniti nella guerra contro l'Iraq e nelle guerre successive che secondo lui gli Stati Uniti dovrebbero intraprendere. Kasparov non pronostica alcun sostegno da parte dell'Unione Europea poiché: "il multiculturalismo, per non dire dell'antisemitismo, esercita un'influenza troppo forte per permettere all'Europa di giocare un ruolo costruttivo." Kasparov conclude: "Non ci sarà pace a Gaza, né libertà dalla paura a Gerusalemme fin quando non avremo perseguito la guerra al terrore a Baghdad, Teheran, Damasco e dovunque." Kasparov ha esposto le sue idee anche al recente torneo di Linares, dove ha spiegato: "Non credo nel bene assoluto, ma credo nel male assoluto e so che Saddam Hussein è il male assoluto".
Da quando è iniziata la guerra in Iraq, Iljumzhinov ha mantenuto un basso profilo, mentre Kasparov rilascia interviste a getto continuo e scrive sull'Iraq per la stampa americana. I due - uno amico dichiarato di Hussein, l'altro che vede Hussein come la personificazione del male - dovranno presto riunirsi per i negoziati finali relativi al match tra Kasparov e Ponomariov per il Campionato del mondo Fide, che si svolgerà in Argentina in giugno. Ci piacerebbe ascoltare le loro conversazioni a cena…

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