La prima notte di quiete

del maestro internazionale Roberto Messa

(editoriale di Torre & Cavallo Scacco! - febbraio 2008)

Sommario

3 Wijk aan Zee - 70º Torneo Corus
di Robert Messa
5 Wijk aan Zee - Intervista a Fabiano Caruana
di Janis Nisii
10 Wijk aan Zee - Commenta Ian Rogers
11 Robert James Fischer
di Ian Rogers
12 La morte di Fischer - I commenti dei grandi maestri
14 Fischer - Il declino di un genio, la fine di un mito
di Franco Trabattoni
15 Reggio Emilia - 50º Torneo di Capodanno
di Yuri Garrett
18 Reggio Emilia - Commenta Vugar Gashimov
19 Reggio Emilia - Commenta Ni Hua
20 Reggio Emilia - Commenta David Navara
24 Khanty Mansiysk - Grandi maestri sotto zero
di Ian Rogers
27 I campionati mondiali - 80ª parte
di Pierluigi Passerotti
31 Un test per tutti
34 Teoria - Viennese e Apertura d’Alfiere
di Pierluigi Passerotti
40 Martina Franca - I finali della Finale
di Pierluigi Piscopo
43 Teoria - I finali di Torre fondamentali, 22ª puntata
di Alvise Zichichi
46 A te la mossa!
di Zenon Franco
49 Pachino - Commenta Francesco Bentivegna
51 Palestrina - Festival internazionale
52 Calendario
55 Verona - Vince il campione mondiale under 20 Adly
di Roberto Messa
56 Verona - Commenta Daniele Genocchio


Vorrei trovare rifugio in Islanda pur di sottrarmi al compito di commentare la copertina più nera della storia di Torre & Cavallo Scacco! Come dipanare questo coacervo di sentimenti? Come sottrarsi alla trappoletta edipica di erigere un monumento a colui che in vita si è ammirato e detestato con eguale intensità? Come dimenticare che nell’estate del 1972 facevo il tifo per Spassky, ma nell’autunno del ‘73 già bruciavo i libri di algebra e di latino per naufragare nelle varianti delle 60 Partite da ricordare? Non ero il solo.
E il decennio successivo? Tutti ad aspettare il Godot che con il suo ritorno avrebbe potuto riaccendere i riflettori sulle nostre scacchiere, ormai diventate professione. Quando penso a Fischer, mi chiedo sempre se nel 1992 avessi ragione io o quell’anonimo che mi scrisse una lettera minatoria: chi ero e chi sono per tranciare giudizi sulle sconce parole e sulle scelte di vita di un genio fuori dal coro? Nelle pagine di questa rivista leggiamo i commenti di vari grandi maestri: a parte Kasparov, la maggioranza sembra stare dalla parte di quel lettore. Su una cosa sembrano essere tutti d’accordo: nei pressi delle cascate Selfoss, sepolto sotto tre metri di pulita terra islandese, Robert James Fischer, detto Bobby, trascorre ora la sua prima, lunghissima, notte di quiete.
Oltre a Fischer, di cui torneremo a parlare nei prossimi mesi, non mancano in questo periodo le notizie e gli spunti di dibattito. Per quanto riguarda l’Italia, avremmo voluto dedicare più spazio al 50º torneo di Capodanno, come pure ai tanti festival da cui abbiamo ricevuto notizie e partite, ma la presenza e il trionfo di Fabiano Caruana a Wijk aan Zee ha calamitato l’attenzione di tutti. Il quindicenne campione d’Italia ha vinto con due punti di distacco e ha impressionato gli osservatori e la stampa internazionale per la prova di carattere offerta con la tripletta degli ultimi turni. Fabiano si sta costruendo una personalità, e se deve essere una personalità forte io non ci vedo nulla di male, mentre altri preferirebbero vederlo ancora come il ragazzino timido che non è più. Intanto, nel torneo principale, la 70ª edizione di questa grande classica ha consacrato il diciassettenne Magnus Carlsen, che ha vinto a pari punti con Aronian, ma davanti a tre campioni del mondo. Di tutto ciò, dati i tempi ristretti, possiamo darvi solo un assaggio in questo numero, ma il prossimo sarà ricco di materiale e di partite commentate.
Complimenti infine al diciottenne pesarese Denis Rombaldoni, che ha conquistato in Spagna la terza e definitiva norma di maestro internazionale.
 

 



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