Bufera alla Fsi: Pedrazzini si dimette

di Dario Mione


E' piena bufera ai vertici della Federazione scacchistica italiana. Il presidente Franco Pedrazzini, eletto poco più di otto mesi fa, ha presentato il 27 gennaio dimissioni irrevocabili, ufficialmente per motivi di salute. Come previsto dallo Statuto, Pedrazzini si è impegnato a presiedere la gestione ordinaria dell'attività Fsi, con la collaborazione del Consiglio federale, fino alla prossima assemblea elettiva. Le dimissioni, non ancora rese ufficiali dalla Federazione, seguono un lungo periodo di contrasti all'interno dei vertici e del consiglio della Fsi, a cui ha fatto seguito il parere negativo dato dai Revisori dei conti su alcuni punti del bilancio preventivo 2004.
Decisiva sarà ora la prossima assemblea Fsi in programma il 7 e 8 febbraio: le dimissioni del presidente sono il primo punto all'ordine del giorno e, se saranno confermate, toccherà al vicepresidente di sede Bruno Manzardo guidare la Fsi verso le nuove elezioni, che dovranno avvenire entro 60 giorni. Vista l'aria di bufera che tira, però, non è detto che le elezioni diano nuovi frutti e, se il quorum del 40 per cento non sarà raggiunto, la Fsi dovrà essere commissariata dal Coni. Il provvedimento certo non cadrebbe in un buon momento visto che, fra l'altro, il 2004 sarà un anno importante per predisporre al meglio le olimpiadi di Torino del 2006. Un'altra eventualità, peraltro remota al momento, è quella che Pedrazzini deleghi le proprie funzioni a Manzardo, come fece Alvise Zichichi qualche anno fa passando il timone a Giuseppe Lamonica.
A far da pacificatore nell'assemblea in programma il prossimo week end e a tentare di far rientrare le dimissioni del presidente Fsi ci proverà il vicepresidente Mario Leoncini: "Ci sono molte questioni in ballo, fra cui le Olimpiadi 2006, per questo sarebbe meglio avere un consiglio con pieni poteri. Del resto c'è troppa gente che rema contro: se qualcuno non farà marcia indietro temo che non si riuscirà ad andare avanti. Speriamo bene".
Nel frattempo dovrebbe comunque avere inizio, sia pure con una settimana di ritardo (il 9 febbraio anziché il 2), il progetto sperimentale rivolto ai giovani di vertice, per il quale la Fsi ha previsto un finanziamento di 10.000 euro: in pratica, otto ragazzi saranno seguiti per un anno via Internet da istruttori qualificati. "Per le casse della FSI si tratta di una spesa ingente", ha scritto Leoncini sull'ultimo numeo di Scacchitalia giovani: "D'altra parte non vi è chi non si rammarichi che i nostri giovani non siano competitivi a livello internazionale e che, data la situazione quasi da terzo mondo del nostro Paese, sia probabilmente indispensabile un interessamento diretto dal livello centrale, l'unico che abbia un minimo di risorse da investire".


 



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