Kasparov: "Fra qualche anno mi ritiro"

del maestro internazionale Roberto Messa

(da Torre & Cavallo Scacco! - dicembre 2002)


Un Kasparov euforico, rilassato e socievole, ha detto molte cose interessanti nella breve conferenza stampa che ha improvvisato subito dopo l'ultimo turno delle Olimpiadi di Bled. Devo dire che è che impressionante sentirlo parlare: in perfetto inglese, brillante, diretto e determinato, quasi ogni sua parola fosse una mossa di una immaginaria partita a scacchi. Ecco le battute più significative di questo incontro con la stampa, che si è aperto con un commento sulla sua prestazione:
"È la sesta Olimpiade a cui partecipo e la sesta vittoria con l'URSS prima e con la Russia poi. Mi piacerebbe eguagliare il record di Petrosian, che è di 8 vittorie".
A una domanda sui tempi di riflessione sempre più veloci, ha risposto:
"Data la mia ottima prova individuale in questa Olimpiade, che cancella il "disastro" del match Russia-Resto del Mondo, in cui ero distratto da svariati compiti organizzativi, mi trovo nelle migliori condizioni per criticare questa terribile cadenza di gioco (90 minuti più 30 secondi di incremento). Grazie alla mia preparazione nelle aperture e alla superiore velocità di calcolo, questa cadenza mi favorisce sul piano dei risultati, ma come giocatore ho la responsabilità di difendere la qualità del gioco, che in questo modo è fortemente sacrificata. Devo ammettere che anche nelle mie partite qui a Bled ci sono stati molti errori".
La vera "bomba" è arrivata quando ha accennato al suo futuro:
"Ho intenzione di abbandonare il professionismo tra due o tre anni. Se mi guardo intorno vede sempre più giocatori giovani - basti pensare che Judit Polgar in questa Olimpiade era la veterana della squadra ungherese - e mi rendo conto che negli scacchi moderni diventa sempre più impegnativo rimanere ai massimi livelli. In particolare, col passare degli anni, mi sento più vulnerabile sul piano psicologico: per una buona mossa divento euforico, per un errore mi abbatto più facilmente, il tutto con maggior dispendio di energie nervose".
La sua opinione sui controlli antidoping è netta e, una volta tanto, allineata a quella della maggioranza dei grandi maestri:
"Considero i controlli antidoping una cosa stupida e inutile, almeno fino a quando non si dimostrerà che vi sono sostanze in grado di migliorare le prestazioni scacchistiche. Tanto più assurdo è utilizzare la lista delle sostanze proibite dal CIO per gli sport fisici. Bisognerebbe invece cominciare a porsi seriamente il problema della possibilità di ricevere aiuti esterni da un computer o da altri giocatori collegati mediante le nuove tecnologie!"
Riguardo alla politica scacchistica, non ha smentito il suo ben noto pragmatismo (e Bled è stata sede, per tutta la durata delle Olimpiadi, di febbrili consultazioni e trattative ai massimi livelli):
"Sono stati fatti grandi passi avanti, ma l'unificazione non avverrà solo grazie alle proposte di Seirawan, ai buoni uffici del presidente Ilyumzhinov, o alla mia disponibilità. Ci vuole tempo per negoziare e tutti noi che siamo parte in causa dovremo accettare dei compromessi, dobbiamo creare una struttura per il campionato del mondo unificato e ci sono tante cose di cui dovremo discutere".

 



Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 3/2000 del 01/02/2000
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