Fsi: Pedrazzini presidente, due MI nel direttivo

del maestro internazionale Roberto Messa

(da Torre & Cavallo Scacco! - giugno 2003)


Quorum raggiunto e Franco Pedrazzini eletto presidente a stragrande maggioranza, all'assemblea della Federazione Scacchistica Italiana che si è svolta domenica 18 maggio presso l'accogliente Starhotel Business Palace di Milano.
Dopo la fumata nera del 23 febbraio scorso, questa volta la fatidica soglia del 50% + 1 degli aventi diritto al voto è stata superata di una decina di unità, scongiurando il rischio di un commissariamento da parte del Comitato Olimpico Nazionale, l'ente pubblico a cui gli scacchi sono soggetti dal 1988 in qualità di disciplina associata (uno status paragonabile, seppure a livello inferiore, a quello delle federazioni sportive nazionali).
Pedrazzini subentra al presidente facente funzioni Bruno Manzardo, il quale a sua volta aveva recentemente ricevuto il testimone da Giuseppe Lamonica, facente funzioni dell'ex presidente Alvise Zichichi dimissionario dall'aprile del 2002.
Pedrazzini, 67 anni, già presidente del settore arbitrale Fsi, ha raccolto più dell'ottanta per cento dei voti (170 su 211) lasciando agli altri quattro candidati alla presidenza solo le briciole: il comasco Alessandro Brunetti ha ottenuto 17 voti, l'aostano Agostino Scalfi 15 voti, il perugino Ettore Bertolini 4 e il romano Mauro Scacco 3.
Il programma del neo-eletto mette al primo posto il proseguimento di quel "grande processo evolutivo di informatizzazione" della Fsi, che dovrà portare prima di tutto ad un decisivo miglioramento nella gestione dei punteggi Elo, ma anche allo snellimento e alla razionalizzazione del lavoro di segreteria, con un significativo risparmio delle risorse umane. Tra gli altri obiettivi strategici messi a fuoco dal nuovo presidente non potevano mancare un maggior coinvolgimento dei comitati regionali, la preparazione e l'incentivazione dei giocatori di interesse nazionale, la formazione dei giovani più promettenti (con l'obiettivo di riuscire a presentare, quale paese ospitante, una valida seconda squadra azzurra alle Olimpiadi di Torino 2006) e lo sviluppo del settore femminile.
In merito al problema cruciale del reperimento dei fondi, il panorama economico attuale sembra consigliare a Pedrazzini un approccio molto realistico, per non dire cauto, ma le sue precedenti esperienze come amministratore di vari enti (è stato tra l'altro sindaco di Casalpusterlengo) né fanno indubbiamente un interlocutore capace di trattare con eventuali sponsor pubblici o privati di qualsiasi livello. Ritengo comunque che il compito di elaborare progetti ambiziosi e favorire contatti che possano produrre frutti importanti non è tanto e solo del presidente federale, ma riguarda tutti i componenti dell'ambiente scacchistico nazionale, inclusi quelli motivati da fini professionali.

IL NUOVO CONSIGLIO
Già alla vigilia l'aria di rinnovamento che spirava sul Consiglio direttivo era intuibile dall'alto numero dei candidati (ventuno), ma forse nessuno si aspettava che dall'urna uscisse una squadra in cui, includendo il presidente, i neo-eletti sono sette addirittura su undici.
La più grossa novità è rappresentata dalla nomina di due maestri internazionali tuttora in piena attività agonistica: Bruno Belotti e Fabrizio Bellia.
Sul fronte opposto va invece segnalata la non candidatura del consigliere anziano, nonché vicepresidente, Giuseppe Campioli, che della Federazione è stato quasi un'istituzione per circa trent'anni. In assemblea è stato salutato da un lungo applauso. Da notare inoltre, tra i non rieletti, Adolivio Capece, giornalista, promotore nonché maestro di lungo corso. Sono certo che Adolivio non cesserà per questo motivo di offrire al nostro scacchismo il suo prezioso contributo, soprattutto nel campo delle pubbliche relazioni, in cui eccelle.
Sono stati eletti consiglieri in quota società: Marcello Perrone (C. S. Brindisino - voti 143 su 185 votanti), Luigi Troso (S. S. Taranto - voti 136), Mario Gabassi (C. S. Udinese - voti 129), Giovanni D'Eredità (A. S. Palermitana - voti 115), Luigi Forlano (C. S. Unical Cosenza - voti 99). Vicepresidente è stato nominato Mario Leoncini (Cral Monte dei Paschi, Siena) che con 146 voti è risultato il consigliere più votato. Vicepresidente di sede è stato nominato Bruno Manzardo (S. S. Torinese - 98 voti).
Sono stati eletti consiglieri in quota giocatori: Fabrizio Bellia (C. S. Legnano - voti 8 su 13 votanti), Bruno Belotti (C. S. Marostica - voti 7).
È stato eletto in quota istruttori: Antonio Rosino (C. S. Canal Venezia - voti 3 su 7 votanti).
Il Consiglio di Presidenza (organo ristretto che affianca il presidente) risulta composto dal presidente stesso Franco Pedrazzini, dai vicepresidenti Mario Leoncini e Bruno Manzardo, dal rappresentante dei giocatori Fabrizio Bellia e da quello degli atleti Antonio Rosino.
Gli eletti resteranno in carica per circa due anni, fino al completamento del ciclo olimpico.

L'ULTIMO QUORUM
L'incubo del quorum non toglierà più il sonno ai presidenti ed ai consiglieri federali: oltre all'assemblea elettiva, il 18 maggio se ne è svolta una straordinaria per modificare l'articolo 16 dello Statuto Fsi: la quota minima di partecipanti alle assemblee elettive è stata ridotta dal 50%+1 al 40 per cento. Altri tre articoli hanno subito modifiche, richieste dal Coni per adeguamento ai principi ispiratori dello stesso Comitato olimpico: quello riguardante il rilascio delle deleghe (d'ora in poi potranno essere affidate solo ai Presidenti degli affiliati aventi diritto al voto e appartenenti alla stessa Regione o Provincia), quello sulla composizione dei Comitati regionali (a costituirli saranno un presidente e quattro o sette consiglieri) e quello sull'eventuale istituzione dei Comitati provinciali (la cui composizione verrà regolamentata: dovranno avere un presidente e tre o sei consiglieri).

AVANZO DI ESERCIZIO
L'Assemblea ordinaria (alla fine la meno importante della lunga maratona del 18 maggio) della Federazione ha approvato la relazione tecnico-morale-finanziaria relativa all'esercizio 2002, presentata dal presidente facente funzioni Bruno Manzardo. Ha inoltre approvato il bilancio consuntivo 2002, deliberando di rinviare a riserva ordinaria l'avanzo di esercizio di euro 25.000 circa. Va però osservato che più di un candidato alla presidenza o al consiglio, esponendo il proprio programma, aveva criticato questo accantonamento, sostenendo che la Federazione non è un'impresa che deve fare utili, ma un ente che deve "spendere" tutto quello che può per perseguire i suoi scopi. Ciò è indubbiamente vero in linea di principio, ma va tuttavia osservato che la cifra in questione non è poi gran cosa neppure nell'ambito di una piccola federazione come la Fsi. È comunque una piacevole sorpresa e sta a dimostrare che le entrate nel 2002 hanno superato le uscite, rendendo concreta la prospettiva di affrontare nuove iniziative, ovvero nuove spese, senza particolari patemi sul fronte finanziario.
L'assemblea ha infine preso atto del preventivo 2003, a suo tempo deliberato dal Consiglio Federale per la presentazione al Coni.

 



Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 3/2000 del 01/02/2000
Copyright 2000-2007 Messaggerie Scacchistiche, tutti i diritti riservati